Le lacrime di mio padre, la mia Vespa e i numeri come base di partenza
«Mio papà Ernesto era un uomo controllato nelle emozioni. Non lo avevo mai visto piangere. Nel 1989 eravamo in California, all’università di Stanford, da Brian Arthur, uno dei padri della teoria della complessità applicata all’economia. Mio papà descriveva la miseria dei coltivatori di caffè. E chiedeva ad Arthur, il teorico degli increasing returns, se si potesse conservare la nostra efficienza aziendale e allo stesso tempo migliorare le condizioni di vita dei contadini in America Latina, in Africa, in India. Mentre raccontava la loro povertà, gli si riempirono gli occhi di lacrime».
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